mercoledì 2 dicembre 2009

lavoro in edilizia

Lavoratori edili, dopo l’infortunio uno su 5 è costretto al contenzioso con l’Inail

L’edilizia è uno dei settori da sempre più soggetti ad infortuni sul lavoro. Ci si domanda spesso come questi si possano prevenire, ed è giusto.Sarebbe tuttavia opportuno anche chiedersi cosa succede al lavoratore che abbia subito un infortunio, e soprattutto quali siano le difficoltà che questo, o la sua famiglia, deve affrontare per vedere riconosciuti i suoi diritti. Proprio questo è il tema di uno studio condotto dalla Fillea – Cgil effettuando una serie di interviste nei principali capoluoghi italiani.
Dallo studio emerge un percorso difficile e talvolta troppo lungo per arrivare al pieno riconoscimento dei diritti.
L’Inail, per esempio, viene vista in maniera controversa dagli infortunati. Da una parte come l’ente preposto ad erogare servizi ed indennità, ma dall’altro come fonte di difficoltà procedurali e complicazioni burocratiche, un istituto tanto preso dal rispetto delle pratiche formali e il contenimento dei costi quasi al punto di far sentire ‘in secondo piano’ il lavoratore vittima di infortunio. Non è dunque un caso che dai dati dello studio emerge che quasi un lavoratore su 5 del sottore edile ha dovuto aprire un contenzioso con l’Inail.

Inoltre, seppure è vero che per la definizione delle pratiche i tempi medici negli ultimi anni si sono accorciati, con 26 giorni in media nel 2007, è anche vero che per il 20% dei lavoratori vittima di infortunio si è andati oltre, fino ad arrivare anche ad un massimo di oltre un anno.

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